Molte volte io e Loredana Lipperini ci siamo incontrate sulle stesse battaglie: dall'uso univoco e strumentale dell'immagine delle donne agli stereotipi di genere, dall'affermazione della consapevolezza del femminicidio alla tentazione di riportare indietro l'orologio dei diritti. Ci siamo spesso domandate come sia stato possibile lavorare per tanto tempo sugli stessi argomenti e non aver mai scritto niente insieme, ma ora abbiamo rimediato.
Mentre lo scrivevamo abbiamo pensato anche alle altre persone, quelle in malafede, quelle che hanno ottimi motivi per non volerlo nemmeno affrontare questo discorso; mi riferisco a chi è convinto che le donne abbiano rotto con la storia del femminicidio, che non sono delle sante, che a volte un po' se la cercano, che per loro c'è un posto naturale e che sovvertire la natura equivalga a disorientare gli uomini e renderli pericolosi. Quelle persone lo so già che questo libro non lo leggeranno. Continueranno a venire sui nostri blog a scriverci che siamo pseudo femministe frustrate e che le vere battaglie sono altre.